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VIMINALE PRONTO CONTRO BLACKOUT E RISCHIO HACKER

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    Viminale pronto contro blackout e rischio hacker
    Si chiama Disaster Recovery: è il metodo alternativo per raccogliere le domande

    ROMA — Lo hanno chiamato Disaster Recovery. E già il nome basta a comprendere la paura di chi, al Viminale, lavora da mesi perché dalle 8 del 15 dicembre tutto proceda senza intoppi. È il sistema alternativo che entrerà in funzione se dovessero andare in tilt le 16 macchine abilitate alla ricezione delle domande di ingresso per gli stranieri, che in molti casi diventano una regolarizzazione per i clandestini. Un «doppio binario» per scongiurare il pericolo che si blocchi la procedura e i cittadini rimangano ore davanti al computer in attesa di partecipare a quella che è certamente una gara di velocità. Adesso è tutto un provare, simulare, caricare i computer di dati per testarne la capacità.

    Ogni giorno il prefetto Mario Morcone, direttore del Servizio Immigrazione, riunisce i suoi uomini, analizza le «criticità», mette a punto i dettagli. Perché è vero che le due postazioni di Roma e Vicenza hanno già dimostrato di poter sostenere 800.000 connessioni, ma è altrettanto vero che quando si farà sul serio anche il minimo ostacolo può scatenare il blackout. E tra i pericoli c’è anche quello di un attacco degli hacker. Morcone lo sa bene, i rischi li conosce e non li nasconde. «Abbiamo deciso di impostare il sistema con la stessa potenza prevista durante lo spoglio elettorale—spiega —, quindi al massimo. Ma siamo consapevoli che, come sempre avviene quando c’è un’innovazione, può esserci qualche disguido.

    Tutte le alternative possibili sono a disposizione e dunque siamo fiduciosi, certi di poter confidare pure nella pazienza dei cittadini se tutto non dovesse andare per il meglio». Se si dovesse passare dal sistema primario al Disaster, occorrerebbe infatti attendere di potersi ricollegare e avviare nuovamente la procedura. «In questo caso — chiarisce il prefetto — che però riteniamo remoto, sul sito del Viminale verranno immediatamente inseriti l’avviso di blocco e le istruzioni per la ripresa della trasmissione. Posso comunque assicurare che soltanto la sera del 14 decideremo a quale velocità tarare il sistema di inserimento delle domande. Il calcolo sarà fatto in base al numero delle registrazioni effettuate sino ad allora e dunque ci sarà tempo per tutti per inserire la propria istanza nell’elaboratore».

    Si aggiudica il permesso chi fa prima. Ma la graduatoria sarà stilata in sede provinciale, cioè quando la documentazione passerà dal Sistema di gestione del ministero dell’Interno, alle questure e agli Uffici del lavoro. Al momento sono 40 le persone che si occupano dell’inserimento delle pratiche: 30 all’help desk per fornire assistenza a chi ha dubbi nella compilazione, altre 10 per i problemi più gravi. Sono le stesse che dal 15 dicembre provvederanno allo smistamento dei fascicoli, anche se per via telematica. In questi giorni di frenetica attesa, tra i datori di lavoro c’è chi arriva a rimpiangere la vecchia fila davanti agli uffici postali, ma su questo Morcone è categorico: «La scelta è quella di compiere un’operazione di grande trasparenza, perché questa procedura non consente alcun tipo di favoritismo. Certo, sappiamo che a parità di orario di registrazione sarà la casualità a premiare lo straniero e quindi per il futuro dobbiamo pensare a criteri di selezione che possano consentire una graduatoria a punti — per esempio favorendo chi ha una specializzazione o chi già conosce la lingua italiana—ma già adesso siamo entrati in una fase di innovazione tecnologica che è l’obiettivo primario della pubblica amministrazione, proprio perché snellisce i tempi e dunque agevola il cittadino ».

     
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