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I ladri di connessioni

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    Le storie Chi ha una rete wi-fi non si protegge e gli hacker la usano dalla strada per commettere reati
    L’ultimo rischio, i ladri di connessioni

    MILANO — «Ha ricevuto un versamento da 129 euro, ma c’è stato un problema tecnico. Clicchi su questo indirizzo e il denaro le sarà riaccreditato ». Mittente (falso): Poste italiane. Questa mail, negli ultimi giorni, l’hanno ricevuta migliaia di persone. Schermata identica a quella delle Poste, logo copiato, messaggio credibile, scritto con cura. Chi ha aperto il collegamento e il computer (senza dare il minimo segnale) ha scaricato un programma in grado di trovare i codici del conto e inviarli a un truffatore. Nel 60 per cento dei casi Polizia e Guardia di Finanza riescono a bloccare questi siti nel giro di 12 ore. Arrestare i responsabili è molto complicato. Di solito sono in Europa dell’Est e possono spostare i server da un giorno all’altro. Ma nel frattempo qualcuno avrà abboccato al tentativo di phishing.

    Perché se gli attacchi che vanno a bersaglio sono in media 5 su 10 mila, quando si spedisce una valanga di false mail in due ore lo sprovveduto che ci casca si trova sempre. C’è una metafora utile per capire come funziona questo tipo di truffa: «È come se per andare a pesca—spiega Maurizio Masciopinto, capo della direzione investigativa della Polizia postale —potessi buttare la rete nell’intero mare Mediterraneo. Qualcosa tiro su di certo». È un’epidemia.

    La versione telematica dei finti tecnici del gas che truffano gli anziani. I consigli: attenzione a messaggi strani. Poste e banche non chiedono mai di fornire nomi utenti e password. Se qualcuno ve li chiede, sta cercando di raggirarvi. Aggiornare di continuo i programmi anti-virus e anti-intrusione. Ma a volte non basta. Due settimane fa le Fiamme Gialle di Milano intercettano decine di hard disk in vendita su Internet. Sono carichi di film. Fanno irruzione in casa del responsabile e scoprono che non ha neanche un collegamento telefonico. Come ha scaricato quei programmi dalla Rete? Si è attaccato alla connessione Internet senza fili di un albergo dall’altra parte della strada. «Purtroppo solo una minoranza di persone protegge la propria rete wi-fi», racconta il tenente colonnello Michele Persiani, capo dell’unità specializzata contro il crimine informatico del Nucleo di polizia tributaria di Milano. E allora possono capitare cose del genere: perquisizione in casa di una tranquilla famiglia che ha scaricato filmati pedopornografici. In poche ore si è scoperto il colpevole, un vicino che aveva «succhiato» la connessione. Ma quel padre ha passato momenti drammatici.

    E ancora: nelle città italiane si diffonde il waredriving, l’abitudine di hacker criminali che girano per le strade alla ricerca di connessioni senza fili non protette. Hanno computer portatili e si collegano dalla strada. Possono fare attività illecite e l’unica traccia che lasciano ricade sulla persona a cui hanno rubato la connessione. «Portoghesi» dell’Internet wi-fi. Proteggersi è fondamentale: «Usare sempre una password di accesso — raccomanda Persiani —, cambiarla spesso, non lasciare l’antenna che distribuisce il segnale vicino ai muri di confine, per cercare almeno di limitare l’estensione del segnale». Spesso però la responsabilità è di chi immagazzina i dati: Comuni, Asl, aziende. L’abitudine di proteggere a fondo le reti è ancora scarsa. E il rischio di intrusione nei cervelloni che custodiscono migliaia di dati è altissimo. È capitato in un grande albergo milanese. Una banda di 40 italiani ha rubato i dati e svuotato decine di carte di credito russe e americane in un paesino della Calabria. Arrestati dalla polizia. Metà dicembre scorso, la Finanza di Milano perquisisce un Internet point di Torino, arresta un nigeriano e gli trova addosso una comune chiavetta Usb che contiene la cassetta degli attrezzi dell’hacker. C’è un programma in grado di scandagliare un’intera rete di computer, magari proprio quella di un Internet point, e leggere cosa fanno le altre persone sedute ai pc. Se usano una carta di credito, il programma sottrae i codici. Forse è così che il nigeriano si era riempito la casa di merce pronta per essere rivenduta: televisori al plasma, elettrodomestici, tre valigie stracolme di lingerie firmata, ancora con l’etichetta.
     
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