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Barbara Thoens: una donna hacker nel cyberspazio

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    Barbara Thoens: una donna hacker nel cyberspazio


    Barbara Thoens è una promettente stella del cyberspazio o meglio, del cyberfemminismo. Quest'ultimo è un movimento internazionale, nato nell'ultimo decennio e intensificatosi in questi anni specialmente a seguito del II Congresso Internazionale del Cyberfemminismo tenutosi nel 1999 a Rotterdam in Olanda, in cui una la famosa cyberfemminista e donna hacker tedesca Barbara Thoens, membro del gruppo cyborg Chaos Computer Club (www.ccc.de) ha tenuto un dibattito sul tema "Linux e filosofia del free-software". Laureata in scienze umane all'Università di Heidelberj negli anni '80, prima di diventare maestra dello spazio cibernetico all'età di 30 anni girava la Germania con il suo gruppo di donne punk rockers "Ovulazione", il primo gruppo rock al femminile che il paese abbia mai avuto. Iniziò a lavorare nel campo della programmazione per effetto della disoccupazione: le donne laureate in lettere non avevano molte possibilità di impiego e fu così che dovette frequentare i corsi di formazione per disoccupati offerti dal governo. Un corso di 10 ore al giorno molto intensivo in cui venivano imparititi una grande quantità di linguaggi di programmazione. Dopo il corso di formazione Barbara si trasferì a Berlino dove trovò lavoro come programmatrice: lo stipendio non era molto alto in verità ma fu la prima volta in cui riceveva uno stipendio per "programmare". Scaduto il contratto, Barbara si mise successivamente ad insegnare in un istituto ma la sua esperienza durò ben poco poiché ciò che le interessava era la programmazione. In quel periodo, oggi chissà meno ha confessato Barbara, per una donna era molto più facile trovare un posto come insegnante in un istituto piuttosto che intraprendere una carriera da programmatrice come facevano gli uomini. L'affermazione risulta particolarmente vera se paragonata all'attuale situazione delle donne italiane. Fu nel 1989 l'anno in cui Barbara assistette per la prima volta ad un congresso di un gruppo di hackers, i Chaos Computer Club. Fu lì che conobbe Rena Tangens, un figura attiva nel gruppo che prese parte con lei al II Incontro Internazionale sul Cyberfemminismo. In quel periodo non esistevano donne hackers, le sole che frequentavano il gruppo erano generalmente le fidanzate o le mogli dei componenti del CCC.

    L'hacking, dice, è una forma di lotta sferrata contro le istituzioni autoritarie mediante il pc e le tecnologie dell'informazione. Essere hacker, insomma, le permette di mettere assieme la sua passione per la programmazione e il suo interesse per gli studi umanistici e la sua militanza politica. Il gruppo del CCC mise Barbara subito a suo agio insegnandole a navigare in Internet e ad installare un modem. Inizialmente cominciò ad impiegare una mailbox di un server olandese e più tardi a scambiare informazioni e acquisire altri linguaggi. Esser hacker per lei significa essere indipendenti da un sistema sovrimposto e poter creare e sviluppare il proprio: hacking vuol dire distruggere e ricreare, un moto continuo che ti attrae verso sistemi "esterni" per capire la loro natura e il loro funzionamento. Solo così si raggiunge la conoscenza di ciò che ci circonda e la si può, infine, condividere con un'intera comunità e scambiarsi informazioni. Questo vuol dire essere sovversivi. Una delle azioni più importanti fu realizzata dal CCC a scopo quasi didattico durante i primi anni in cui Barbara frequentava il gruppo: riuscirono a prelevare denaro da una banca attraverso la rete pur non essendo i legittimi proprietari. Il denaro venne restituito ma questo dimostrava quanto fosse facile gestire denaro in rete. Ma cos'è che si conosce mediante l'hacking? Una delle prime cose che insegna questa attività è che i sistemi informatici di cui sono dotate le aziende non sono mai del tutto sicuri. Ci sono ad esempio alcuni sistemi dotati di sottoprogrammi che si infilano nei sistemi informatici dei cittadini per rubarne le informazioni o acquisire dati a loro insaputa. Il problema di Internet è proprio questo: attraverso di esso si possono scambiare e acquisire illegalmente informazioni senza che le persone interessate possano far nulla per impedirlo ed è qui che il discorso diventa poco informatico e molto politico. L'era del software sta anche producendo questo ed è importante che la gente lo sappia. La privacy, nonostante le leggi e i codici emanati, non è assicurata. D'altronde si è dibattuto molto sull'impiego della crittografia al livello politico di cui tuttora è proibito l'uso.
     
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0 replies since 3/2/2008, 19:29   344 views
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